Sulla base degli archivi reali di padre Gabriele Amorth, noto come l'esorcista capo del Vaticano, che mentre indagava sul possesso di un giovane, scopre che per secoli in Vaticano hanno cercato a tutti i costi di tenere nascosta la verità.
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Peccato. Visto il materiale di partenza, poteva uscirne fuori un film interessante, di registro realistico, magari giocato sull'ambiguità della possessione, che facesse vedere al pubblico chi si rivolge ancora dall'esorcista negli anni 2000, e quanto la realtà - ovviamente filtrata dal racconti di Amorth nei suoi libri - sia distante da quella fissata nell'immaginario collettivo da Friedkin. Si é scelta invece la baracconata farsesca. L'impressione data é di assistere a Constatine, con il fisicato Keanu Reeves sostituito da un frate paciocco e corpulento (ma il vero padre Amorth ha mai avuto questa barba? L'iconografia ricorda più padre Pio). Purtroppo, rispetto ad altri film simili, la produzione é davvero scadente, e nemmeno il prendersi molto poco sul serio salva la baracca.
Per chi fosse realmente interessato al tema, consiglio la lettura di "Il rito" di Matt Baglio.
L'ho visto in lingua originale. Esileranti i risultati di costirngere tutti gli attori a parlare italiano sin dalle prime battute, per poi scordarsi di ogni logica narrativa e fargli parlare inglese per larghi tratti della seconda metà del film.